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La contemporaneità ci costringe a fare i conti con il futuro. In fondo, la nostra vita è tesa al futuro, sia pure nel temerlo o, per i più bravi e fortunati, immaginarlo e realizzarlo. La mole di dati che dobbiamo elaborare – quelli morbidi e dedicati al nostro privato, quelli duri dedicati alla nostra vita professionale – è vasta, mutevole, complessa. In Alto Adige/Suedtirol siamo abituati a qualcosa che assomiglia ancora all’umano; dai paesaggi alle relazioni corte, quelle che ci consentono di raggiungerci reciprocamente in poche mezz’ore.

Anche la nostra economia non risente dell’esasperazione ritmica e delle convulsioni scomposte che altrove la fanno da padrone. Ecco dunque la condizione che ci consente di cogliere gli innegabili vantaggi della nostra piattaforma geoeconomica. Si, ma come facciamo a vederla, questa piattaforma? È una parte del lavoro che Genetica svolge quotidianamente da due decenni. Su questa piattaforma – popolata di persone, aziende, energie diffuse, culture dinamiche – si disegnano i tracciati, spesso caotici e scomposti, che definiscono la qualità della nostra vita e del nostro fare impresa.

Genetica lavora per decodificare questi tracciati e per isolare i player che li disegnano a favore della creazione di un disegno complessivo coerente che definisca e affermi i tratti identitari del nostro agire culturale ed imprenditoriale. Come tutti sappiamo, la nostra terra è davvero speciale; un poco per gli scenari che fin qui abbiamo esposto, un poco per quello che siamo diventati grazie alla gestione intelligente delle nostre Amministrazioni e alla visione lungimirante della nostra politica.

Il compito che Genetica si è dato è quello di aggiornare ed analizzare costantemente la nostra idea di territorio, confezionare mappe economiche accurate della nostra terra, evidenziare quelli che definiamo agglomerati coerenti, individuare percorsi utili e vie di accesso spente. La nostra piattaforma di azione è quindi consapevolezza del territorio e dei suoi attori che, all’interno di un contesto locale che stiamo ridisegnando, diventano protagonisti di una stagione se non propriamente nuova, diversa nei suoi tratti perimetrali e di contenuto.

Genetica sviluppa la sua visione e – all’interno di questa piattaforma geoeconomica e geoculturale – guida i suoi interlocutori al suo interno, individuando sinergie tra simili inconsapevoli e favorendo aspetti di business development. Uno degli aspetti strategicamente più utili è la capacità di dialogo e di condivisione, creando le condizioni per aprire flussi di idee che definiscono l’esistenza di un tessuto nuovo che cresce e si rafforza solo per empatie diffuse (i simili si riconoscono tra di loro). L’abbattimento progressivo della cultura della contrapposizione a favore della creazione di dinamiche economiche ed aziendali condivise e diffuse pone i presupposti per un concreto risparmio di energia aziendale – dal management alle maestranze – e la nascita di un contesto produttivo che, dalla capacità di dialogo unita a quella di cambiamento, tenderà a rafforzarsi e a rinnovarsi.

Tutte queste energie sono diffuse specialmente in Alto Adige/Suedtirol. Il punto sta proprio in questo, ovvero da una parte coscienza di disponibilità di energia e dall’altra confusione rispetto alla capacità delle nostre reti imprenditoriali e politiche di fare rete e sistema. Creare tessuti, confezionare abiti comodi e belli, significa disporre – nello stesso luogo, nello stesso momento – dei segmenti mancanti e unirli tra di loro. Lo stilista di successo è colui che dispone della visione d’insieme e che sa perfettamente dove e a chi dovrà chiedere la materia prima.

L’Alto Adige/Suedtirol è un grande contenitore di materie prime di qualità, tangibili e intangibili. Genetica lavora per disegnare/progettare itinerari consapevoli del/dei contesti all’interno dei quali le aziende locali si muovono e per proporre loro scenari ideali e praticabili. Forti di unicità strutturali formidabili – posizionamento geografico, composizione culturale/linguistica, capacità e virtuosità amministrativa – abbiamo l’obbligo di consolidare le nostre reti produttive e di relazione a favore di un futuro prossimo più strutturato e reattivo.