La retribuzione basata sulle prestazioni può avere effetti motivazionali positivi sulle prestazioni dei dipendenti, ma solo se i sistemi di incentivazione sono chiari e trasparenti, secondo una nuova ricerca dell’Università di Economia e Commercio di Vienna (WU).
Lo studio, condotto da Isabella Grabner dell’Institute for Strategic Management and Managerial Accounting presso WU insieme a Melissa Martin dell’Università dell’Illinois, ha studiato gli effetti della variazione tra i salari.
Hanno analizzato i dati sulla dispersione salariale e i suoi effetti sui dipendenti, lavorando con un grande operatore sanitario con una forza lavoro di 8.000 dipendenti e 450 cliniche negli Stati Uniti.
La retribuzione basata sulle prestazioni non è sempre una motivazione
Hanno scoperto che la trasparenza retributiva può essere un vantaggio per le aziende se aiuta a dare legittimità al sistema retributivo e dimostra che gli incentivi individuali sono ben meritati, ma solo se chiarisce ai dipendenti come le loro prestazioni siano legate a ciò che guadagnano.
Potrebbe effettivamente avere conseguenze negative se i dipendenti ritengono che la variazione tra gli stipendi sia ingiusta poiché i dipendenti non solo guardano il proprio stipendio, ma lo confrontano anche con quello che guadagnano i loro colleghi.
“La trasparenza retributiva può avere conseguenze nei casi in cui le persone con scarsi risultati percepiscono elevate disparità nei livelli retributivi al punto da rendere più probabile che tali dipendenti lascino l’azienda. Tuttavia, può anche essere un vantaggio per le aziende se contribuisce a dare legittimità al sistema di compensazione e dimostra che gli incentivi individuali sono ben meritati”, afferma Isabella Grabner.
I ricercatori raccomandano alle aziende di cercare di ridurre al minimo le differenze retributive che non dipendono dalle prestazioni e di comunicare chiaramente ai propri dipendenti le ragioni dei diversi livelli retributivi.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Accounting, Organizations and Society.